“Vita da Carlo”, l’uomo oltre il personaggio
Cosa mi ha convinto (e cosa no) della serie su Carlo Verdone
Vita da Carlo è disponibile su Amazon Prime Video (puoi trovare gli episodi cliccando qui) dal 5 novembre 2021 e ha già riscosso un discreto successo. Incentrato sulla vita di Carlo Verdone, la serie è una dei primi prodotti cinematografici italiani targati Amazon. In questa che, in caso di successo, potrebbe rivelarsi la prima stagione di uno show, Carlo Verdone interpreta sè stesso. Lo fa nel suo stile, sempre sul confine tra riflessione e commedia. Tuttavia dopo aver concluso i dieci episodi qualcosa non sembra avermi convinto.
L’arte di raccontarsi senza autocelebrarsi
Lo stesso Verdone ha dichiarato di aver inserito nella trama il 40% di verità. Tratteggiare un confine deciso tra cosa sia vero e cosa sia frutto di immaginazione non è così semplice come si potrebbe credere. Ad ogni modo credo che uno degli elementi vincenti sia il rapporto intimo che Verdone tenta di costruire con lo spettatore. Quando si sceglie di cimentarsi in una serie autobiografica il rischio che si corre è quello di autocelebrarsi. E diciamo che personaggi del calibro di Verdone potrebbero ben farlo. Invece ad emergere è Carlo, l’uomo oltre il personaggio. In un profondo e intimo racconto l’attore romano si mette a nudo completamente, non raccontando i suoi successi bensì la solitudine, i dubbi e le paure che attanagliano la mente di chi ha raggiunto la vetta del successo.
Particolarmente illuminanti sono i dialoghi di Verdone con i vari personaggi che gli suggeriscono di tornare a interpretare i protagonisti dei suoi film di successo, mentre lui vorrebbe dare una svolta alla sua carriera virando verso un genere più raffinato. Azzeccata anche la scelta di affidare tutti gli altri ruoli (figli, moglie, cognati) ad attori, evitando in questo modo di trasformare la serie tv in un reality.
Vita da Carlo: una serie poco convincente sul finale
Innanzitutto la presenza di un ramo della trama palesemente politico, in qualche modo coerente con la tradizione dei suoi film nei quali però restava giustamente marginale. Ad un certo punto la narrazione sembra quasi appiattirsi sull’indecisione circa l’opportunità di intraprendere la carriera politica mettendo in stand-by quella cinematografica. Inoltre in diverse occasioni si assiste a vicende ripetitive e sostanzialmente poco incisive la cui unica funzione sembra essere quella di rallentare in qualche modo il ritmo. Nel complesso la trama sembra spegnersi proprio verso il finale, forse volutamente per lasciare punti inesplorati da cui far iniziare un seguito. In attesa di conferme ufficiali in tal senso trovate di seguito il trailer ufficiale.