Torino: un viaggio nella magica città
Una città tesoriera di segreti sotterranei
Torino: nero diavolo, bianco religione
Dopo il 1890 con il processo delle sonnambule sono state vietate tutte le pratiche oscure e sono statə messə al rogo streghə. Ancora oggi, per allontanare occhi indiscreti e mantenere i segreti, all’esterno di ogni entrata, dei demoni hanno il dovere di allontanare le persone e custodire i segreti. Il Portone del Diavolo, uno dei più importanti, situato nella sede della Banca Nazionale del Lavoro, porta con sé storie di rapimenti e uccisioni. Costruito su commissione di Giovanni Battista Trucchi di Levaldigi, conte e generale delle Finanze di Carlo Emanuele II, è sorvegliato da serpenti e diavoli. La leggenda, invece, narra che sia stato il Diavolo in persona a crearlo, per punire ed intrappolare uno stregone. Il Portone del Diavolo è solo una delle tante allegorie che Torino ospita, facendo parte del triangolo della magia nera (con Londra e San Francisco) e della magia bianca (con Praga e Lione).
Il capoluogo piemontese non è attraversato solo da tunnel dall’esoterismo nero, ma anche da magie bianche.
La Mole Antonelliana (simbolo di Torino), conosciuta per essere il rovescio della moneta da due centesimi, è il collegamento tra terra e cielo, uomini e Dio. L’edificio, alto 167,5 metri, si erge come un’antenna ed emana positività a tutta la città. Nietzsche, innamoratosi di essa , ha paragonato la sua lucentezza alla risplendente nascita di Zarathustra.
Una sottile linea collega piazza Statuto e la Gran Madre di Dio, nella quale troviamo le statue di Lucifero e ‘della Fede e della Religione’. Queste ultime rappresentano a pieno il simbolismo del bene e del male, e come Torino (grazie alla sua posizione geografica) sia la metà di due medaglie, yin e yang.
Piazza Castello, il cuore di Torino, stabilisce un confine tra queste ultime.
Il cancello di Palazzo Reale simboleggia questa divisione. All’interno viene rinchiuso il buio della città, che non deve mostrare la sua vera identità. Nel lato esterno la piazza è ampia e dona un senso di libertà nell’attraversarla. Al centro quattro fontane sgorgano acqua ininterrottamente per alimentare come linfa bianca la terrena città.
Una Torino da visitare, da vivere, da sentire, per provarne la magia.
Leggi anche Alla scoperta di Praga in due itinerari