«All’equilibrio preferisco il volo»: intervista a Max Elli
È in radio da oggi L’equilibrio delle cose, il nuovo singolo di Max Elli. Sonorità che portano l’ascoltatore negli anni ’80, grazie al vincente accostamento tra chitarre e synth. Il testo, fortemente introspettivo, è strutturato come un dialogo dell’autore con sè stesso.
Ho chiesto a Max Elli di raccontarci qualcosa del nuovo brano (che potrete ascoltare cliccando qui) e dei suoi progetti futuri. Ho inoltre colto l’occasione per domandare a un veterano del palco quali sensazioni prova un artista ritornando ad esibirsi nei live dopo lo stop dovuto alle normative anti Covid19.
L’intervista a Max Elli
Sei reduce dal tour estivo con Nek. Come è andata? Per voi artisti com’è esibirsi in questo periodo?
È stata una grande emozione ritornare sul palco, ma soprattutto un privilegio. Non tutti infatti hanno avuto la possibilità di ritornare sul palco quest’estate. La speranza è che si possa presto ritornare alla capienza massima e quindi alla normalità.
Come hai vissuto questo periodo di pandemia? Hai avuto modo di lavorare a qualche progetto in questi mesi di isolamento forzato?
Ho la fortuna di avere un piccolo studio a casa, quindi ho lavorato a distanza. Ho scritto e prodotto molto, sia per altri che per me. Infatti sia durante il primo lockdown che durante il secondo ho raccolto molto materiale che piano piano farò uscire.
È uscito oggi L’equilibrio delle cose. Come è nato questo brano?
Come spesso capita è nato prima dalla parte musicale che richiama molto un certo tipo di sonorità anni ’80. È una melodia pop ma con la parte di synth e di chitarra in primo piano. Il testo poi è nato a partire dal ritornello.
Qual è il messaggio che speri di trasmettere agli ascoltatori?
Il messaggio è abbastanza semplice: molto spesso per cercare di mantenere l’equilibrio, per tenere tutto sotto controllo, a causa della paura di continuare a sbagliare come successo nel passato non si gode del presente. Si dovrebbe invece imparare, cadendo, a volare e a rivolgersi verso cose nuove che magari possono rivelarsi più soddisfacenti.
I tuoi testi presentano quasi sempre una forte introspezione. In questo nuovo brano proponi un vero e proprio dialogo con te stesso.
La parte letteraria non può prescindere da un’esperienza personale. È parte integrante della forza di un brano. Allo stesso tempo però è una sfida. Trovare le parole giuste che suonino bene in un certo contesto musicale non è semplice. La sfida quindi è riuscire a trovare contenuti e la sonorità giusta.
Nel testo di L’equilibrio delle cose c’è un riferimento agli errori del passato: «Vorrei tornare indietro e non sbagliare». Solitamente si dice che anche gli errori possono insegnare qualcosa…
Non si deve guardare indietro e cercare di fare meglio ciò che abbiamo già fatto. Dobbiamo cercare di trarre spunto da quegli errori. Quella frase si completa infatti nel ritornello: «È meglio cadere cercando di imparare a volare». Rimanere attaccati al passato non permette mai di andare avanti.
In altre interviste hai dichiarato di non iniziare a scrivere una canzone pensando a chi la canterà. È soltanto in un secondo momento che capisci se quella canzone ti sta bene addosso. Come hai capito che questa canzone fosse adatta a te?
Sia questo brano che i due precedenti hanno una forte connessione con il mio stato d’animo attuale, probabilmente legato a questo periodo particolare dovuto alla pandemia che ha portato tutti a guardarsi dentro e cercare di capire quali fossero le cose importanti. Non è stato difficile capire che queste canzoni avrei dovuto cantarle io.
Nei tuoi brani proponi sempre delle novità. È importante sperimentare nella musica?
Assolutamente sì. Per me sperimentare è necessario per trovare lo stimolo e la giusta via per sottolineare i testi. Il termine “Suonare”, sia in francese che in inglese, coincide con “giocare”. Per me creare musica è divertente, non mi fa sentire il tempo che passa. Sperimentare è necessario per attivare questo processo.
L’equilibrio delle cose segue altri due singoli Vivere o Morire e Le Montagne. Si avvicina la pubblicazione del tuo nuovo album?
Nella mia mente sì. Vorrei infatti che tutto il mio progetto si chiudesse con un album. Probabilmente quindi penserò a rendere più organico il progetto, nella speranza di presentarlo nei live.
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