Villa Poniatowski a Roma esempio di riqualificazione
ROMA – Villa Poniatowski, già nota come Villa Cesi, è citata come una delle più belle della città Michel de Montaigne già alla fine del Cinquecento. L’edificio, situato nel quartiere Flaminio, è adiacente a Villa Giulia. Sorge infatti su una stretta traversa di via Flaminia, via di Villa Giulia per l’appunto, che fino ad un secolo fa era l’unica via di accesso a Villa Giulia.
Le prime tracce storiche di questo edificio risalgono al Cinquecento, quando Antonio Del Monte e suo nipote, il futuro papa Giulio III, stanno acquistando terreni in questa valle. Un ricco romano si fa costruire qui una villa.
Ma il neo papa Giulio III vuole questa valle tutta per sè. Acquista questa proprietà unitamente a tutto il terreno lungo la Flaminia fino a Porta del Popolo. Qui fa realizzare una serie di lavori. Fa posizionare statue e fontane, e realizzando muri di contenimento ritmati da finestre e tagliati da monumentali rampe di accesso.
A metà del pontificato di Giulio III i lavori sono terminati e il papa dona al fratello questa grande vigna, che da allora assume il nome di Vigna di Balduino. Pochi anni dopo, papa Pio IV confisca al nipote di Giulio la Vigna di Balduino e la Vigna Bassa, e dona ai nipoti tutto il fondovalle a destra della Flaminia. La Vigna di Balduino viene suddivisa e la parte adiacente il vicolo è ceduta al cardinale Pier Donato Cesi dei duchi d’Acquasparta. La vigna diventa dunque la splendida Villa Cesi. Il complesso di Villa Cesi e del parco, ornato con statue, fontane e rampe monumentali assume un assetto scenografico.
Di quanto descritto da Montaigne resta oggi ben poco. Intorno al 1700, la villa fu acquistata dal marchese Giulio Sinibaldi che la arricchisce realizzando un casino nobile sulla via Flaminia.
Il restauro voluto da Poniatowski
Ormai in piena decadenza, la Villa Sinibaldi fu in parte acquistata dal principe Stanislao Poniatowski, nipote dell’ultimo re di Polonia. Colto e ricco mecenate, il principe non era particolarmente amato dalla nobiltà polacca che lo vedeva come un rampollo arrogante e altezzoso. A seguito delle spartizioni tra Prussia e Russia che posero fine all’esistenza della confederazione Polacco-Lituana, il principe si trasferì a Roma. Al suo arrivo a Roma, Poniatowski incarica Giuseppe Valadier dei lavori di restauro. L’architetto interviene sul casino cinquecentesco e sui giardini, ispirandosi allo stile neoclassico.
Del giardino di quei tempi oggi rimangono poche tracce, tra di esse il portale d’ingresso su piazza di Villa Giulia.
Di particolare rilievo sono invece gli interni, in particolare la Sala Indiana, con affreschi ottocenteschi dai temi esotici, e la Sala Egizia o Sala delle Colonne Doriche, con affreschi neoclassici di paesaggi egiziani.
Villa Poniatowski fu acquisita dallo Stato Italiano nel 1988 ed è sede del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, in cui sono esposte preziose antichità provenienti dal Latium Vetus e dall’Umbria. La Villa è fisicamente separata da Villa Giulia da una striscia di terra che scende dalla collina ed appartiene a villa Strohl Fern. Il governo francese ha tuttavia concesso in uso al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia il portale e il viale d’accesso da questo alla villa, al fine di facilitare il passeggio dei visitatori tra i due edifici.